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redazione ,
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Sfrutta Zero

Due anni fa furono loro stessi a raccontare su Comune l’inizio di una storia di ribellione imprevista, quella delle etichette “Sfrutta Zero”, che nelle campagne pugliesi ha messo insieme migranti e non per raccogliere, trasformare e distribuire salse rompendo con le logiche di sfruttamento dei caporali e della grande distribuzione.
Oggi che la loro storia è più nota, a cominciare dai Gruppi di acquisto solidale, torniamo ad occuparci di loro, della loro ostinazione, della loro capacità di far partire dal basso una lotta ricca di dignità. Lo facciamo in questi giorni afosi di fine luglio, quando i nostri piatti si riempiono di pomodori, quando centinaia di uomini e donne lavorano ancora sotto i caporali per un paio di euro all’ora fino a sedici ore al giorno. Quando vi dicono che le cose non possono cambiare pensate ai ragazzi di Sfrutta Zero.

Di Alessandra Magliaro su comune-info.net
Foto di Sfrutta Zero

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