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Recovery planet

Scritto a centinaia di mani, frutto di un incredibile lavoro di convergenza: un piano che raccoglie e rilancia una vera transizione ecologica, economica e sociale.

Una crisi di sistema neanche troppo sotterranea, che da oltre vent’anni estrae valore senza limiti dalla natura e dalle comunità a vantaggio di pochissimi, danneggiando il pianeta e sbrindellando il tessuto sociale globale irrimediabilmente. Poi un virus insidioso, che viaggia veloce come la globalizzazione, tende e porta al limite di rottura tutte le smagliature rivelando l’incubo che stiamo alimentando, fatto di diritti calpestati, di salute negata, di servizi essenziali inaccessibili e di paura. La Società della Curai vuole essere un tentativo per stringersi e reagire insieme, senza reinventare la ruota ma dimostrando che chi, non da ieri, è attore di buone pratiche, spesso sperimenta buone regole che da troppi anni le istituzioni a tutti i livelli non vogliono promuovere per compiacere i responsabili di questa catastrofe.

Quando l’ex premier Conte riunisce un po’ di società civile a Villa Pamphilj per salvare la faccia dopo la pubblicazione del Piano Colao, che avrebbe voluto portare l’Italia fuori dalla crisi privatizzandola e distribuendo il cantiere della ripresa ai soliti noti, ci siamo convocati per la prima volta nei giardini che circondano la villa, un po’ in presenza e un po’ online. Pensavamo di essere una decina: contando chi si è connesso eravamo qualche migliaio tra reti, associazioni e semplici cittadin@ preoccupat@. Abbiamo cominciato, così, un lungo percorso di convergenza che, con assemblee successive online tutti i venerdì, ci ha portato a scrivere insieme un Manifesto di valori e priorità per uscire dalla pandemia meglio di come ci eravamo entrati. Abbiamo predisposto una nostra “Legge di bilancio” che ha dimostrato che tra le pieghe dei fondi ordinari già c’erano abbastanza risorse da poter spendere per garantire servizi pubblici di qualità per tutt@, buona occupazione, vera conversione ecologica, bonifiche e cura del territorio. Il nostro “Recovery planet”, scritto a centinaia di mani in modo partecipato, in tredici tavoli tematici, ha risposto alla sottrazione per scopi corporativi dei fondi europei per la ripresa autorizzata dal Governo Draghi, con un piano per una riprogettazione inclusiva e trasformativa del Paese.

401 adesioni e 1210 persone attive

Dopo un anno di lavoro insieme abbiamo raggiunto 401 adesioni di realtà collettive, 1217 adesioni di persone attive e ci prepariamo a un passaggio importante: i venti anni dal G8 di Genova. Senza memoria non c’è futuro. Per questo abbiamo sentito il dovere di fare memoria di quel pezzo importante di storia dei movimenti sociali, con l’attivismo sociale di diverse generazioni, di fronte alla possibilità che le dure lezioni della pandemia rimangano inascoltate.

Venti anni fa, una straordinaria convergenza di idee, esperienze, culture e pratiche in Italia e in tutto il mondo alimentò una grande speranza di cambiamento globale. Già conteneva la previsione dello scenario a cui si andava incontro. Oggi, la necessità di una alternativa di sistema è ancora più evidente. Per questo, con lo slogan “Genova 2021: voi la malattia, noi la cura” co-promuoviamo un calendario di iniziative verso un autunno di mobilitazione, perché le severe lezioni della pandemia non vengano disperse e per rifiutare di tornare a una normalità peggiore di prima. Il 19 luglio pomeriggio lanciamo un’assemblea nazionale di convergenza, il 20 luglio mattina un’assemblea internazionale, mentre dalle ore 15:00, si terrà la manifestazione a Piazza Alimonda, promossa dal Comitato Piazza Carlo Giuliani. Facciamo memoria, cambiamo il presente, conquistiamo un futuro.

[Monica Di Sisto, Fairwatch]

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