
Con questa rubrica seguiamo la mappatura delle Reti Alimentari Contadine, raccontandole una alla volta per far emergere le esperienze, le persone e le pratiche quotidiane che costruiscono, giorno dopo giorno, un’economia più equa e radicata in Emilia-Romagna.
Arvaia nasce a Bologna nel febbraio 2013 con il sogno di sperimentare su pochi ettari di terra un modo diverso di produrre e distribuire il cibo, basato sulla cooperazione tra chi coltiva la terra e chi ne consuma i frutti. Il nome, in dialetto bolognese, significa “pisello”: a rappresentare un baccello che contiene semi diversi, ma uniti come i soci della cooperativa, che condividono la stessa visione di un’agricoltura più giusta, sostenibile, biologica e biodinanica.
Due anni più tardi, nel 2015, la cooperativa vince il bando per la gestione dei 47 ettari del Parco Città Campagna, un’area pubblica che un percorso di partecipazione cittadina ha voluto mantenere verde e agricola. Da allora Arvaia è diventata un punto di riferimento nazionale per la CSA (Comunità che Sostiene l’Agricoltura), dove produttori e fruitori condividono rischi e benefici dell’attività agricola.
Crescendo la cooperativa è arrivata a contare oltre 300 soci, di cui circa 150 attivi nella distribuzione degli ortaggi, e dai 3 ai 7 lavoratori stabili affiancati da stagionali, tirocinanti e volontari. La vendita diretta resta il cuore del progetto, basata su fiducia, conoscenza reciproca e relazione costante tra chi produce e chi fruisce. Accanto all’attività agricola, la cooperativa è anche fattoria didattica, e promuove autofomazione e partecipazione attiva. Le decisioni sui prodotti da coltivare vengono prese collettivamente, e lungo l’anno si organizzano assemblee, feste stagionali, laboratori e momenti di dibattito sull’agroecologia e sull’economia solidale.
L’obiettivo è quello di costruire una comunità urbana e rurale capace di riappropriarsi della propria sovranità alimentare, garantendo al tempo stesso dignità al lavoro agricolo e accesso a cibo sano per tutti. Arvaia aderisce a diverse reti regionali e nazionali, tra cui la Rete Nazionale CSA, CRESER, e la Rete per la Sovranità Alimentare, contribuendo attivamente alla diffusione di modelli solidali previsti dalla Legge Regionale 19/2014 sull’Economia Solidale.