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Incontro annuale Bassano

Sono rientrato da poco dall’incontro annuale dei Bilanci di Giustizia a Bassano del Grappa dedicato a “Costruire insieme un domani abitabile” attraverso “(S)cambi (inter)generazionali per indirizzare la storia con pazienza e ostinazione”; dal mio punto di vista abbiamo vissuto un passaggio importante, forse una svolta, che credo sia utile raccontare.
Questo incontro si pone all’interno di un percorso di riflessione che attraversa i Bilanci di Giustizia, i Gruppi di acquisto solidale (Gas) e più in generale il mondo dell’economia solidale. In occasione dei trentennali dei Bilanci di Giustizia e dei Gas, ci stiamo chiedendo come aggiornare le nostre pratiche e le prospettive di cambiamento per far fronte al passaggio d’epoca che stiamo vivendo.
In questa prospettiva, l’incontro è stato costruito intorno ad alcune ipotesi di fondo che provo a riassumere in questo modo:

  1. lo sviluppo di reti e connessioni ci aiuta non solo a resistere ma anche a indirizzare la storia della società;
  2. la connessione con i movimenti di resistenza civile ci aiuta a risignificare le nostre pratiche e a costruire insieme una strategia di trasformazione.

Per questi motivi, l’incontro era aperto alle persone interessate ed abbiamo invitato a partecipare attivisti dei movimenti di resistenza civile. Insieme al gruppo che ha curato i contenuti dell’incontro ed ad alcuni attivisti, in particolare Daniele Quattrocchi di Ultima Generazione e Gianluca Esposito e Marco Giolo di Extinction Rebellion, abbiamo organizzato il programma dell’incontro in modo da confrontarci su queste ipotesi.
Nella parte iniziale Giolo ed Esposito ci hanno guidati attraverso il percorso del “Lavoro che riconnette” teorizzato da Joanna Macy[1-2] per prepararci alle parti successive dell’incontro dedicate alla quarta tappa: “Andare avanti”. Questo metodo ci aiuta ad “afferrare una visione che ci ispira” e ad “osare credere che sia possibile”, alimentando la forza necessaria a superare la frustrazione e riprendere il cammino insieme ad altri, dando una spinta alla nostra storia nella direzione giusta.
Dopo l’incontro e la visita ad una realtà del luogo, l’associazione “Adotta un terrazzamento”, che aiuta la resistenza del territorio attraverso la manutenzione dei muretti a secco, e il laboratorio su come prepararci ad una manifestazione, siamo entrati nel tema della trasformazione della storia con la visione in un cinema di Bassano del documentario “Come se non ci fosse un domani” con presentazione e dibattito insieme ad alcune attiviste di Ultima Generazione.
Nella mattinata di sabato 30 agosto siamo entrati nel cuore delle questioni. In un certo senso, è come se cercassimo di trovare delle risposte alle domande che pone Fabio Ciconte nel suo libro “Il cibo è politica” quando afferma che mentre il consumatore critico degli anni ‘90 era parte di un intreccio che tenendo insieme l’azione individuale con quella politica dava qualche chance di successo, ora quell’ingranaggio collettivo si è inceppato: il consumatore critico non si sente più parte di una moltitudine ed ha perso l’aggancio con una trasformazione collettiva globale all’interno della quale l’azione individuale acquista una sua efficacia. A mio modo di vedere, parte della frustrazione che sente chi promuove il cambiamento attraverso gli stili di vita viene da qui, e da qui viene la necessità di una cornice e di una strategia aggiornate che siano adeguate ai nostri tempi e siano in grado di collegare le azioni individuali con una trasformazione globale. Non pretendiamo di avere le risposte, ma l’incontro aveva lo scopo di confrontarci su questo, a partire da diversi elementi che ci possono aiutare in questo percorso.
Sulla necessità di un cambiamento di rotta, come portarlo avanti e in quale direzione ci stiamo muovendo avevamo già ragionato nell’incontro “Effetto Gas” a Solidalia a maggio 2025, rimarcando l’importanza di intrecciare e rinforzare le reti e stabilire nuove alleanze, considerando diversi livelli di coinvolgimento e giocando diversi ruoli all’interno di una cornice comune di trasformazione.
In questa prospettiva, abbiamo trovato utile lo schema del “nesso di rottura”[3] introdotto da Roman Krznarik, perché ci dà un’idea di come i contributi dei diversi agenti del cambiamento si possano combinare e rinforzare tra di loro per generare e indirizzare una svolta epocale. Questo concetto, rappresentato con un triangolo che vede ai vertici le crisi, le idee e i movimenti come elementi chiave per un cambiamento storico di rottura, è in sintonia con le tre dimensioni del cambiamento[4] che si rinforzano a vicenda e sono necessarie a generare la Grande svolta identificate da Joanna Macy.

Le dimensioni del cambiamento

- Le tre dimensioni del cambiamento -

Seguendo lo schema del “nesso di rottura”, dopo l’introduzione del tema e di una serie di spunti e materiali, ci siamo confrontati sui contenuti e le modalità della trasformazione per attivare e indirizzare una svolta epocale tramite la tecnica del World Café, per capire cosa possiamo fare assieme per darci una mano ed aumentare l'efficacia delle nostre azioni, identificando e raccogliendo filoni di attività e proposte per avanzare in questa prospettiva comune.
Sappiamo che non è semplice, in quanto le emergenze continuano ad accavallarsi e le cose che potremmo fare sono molte ed importanti; confrontarci con altri in una cornice comune di trasformazione aiuta ognuno di noi a capire meglio quale possa essere il suo ruolo e come collegarsi agli altri, costruendo una strategia comune in cui abbia senso dire “faccio la mia parte!”
Nel pomeriggio di sabato abbiamo seguito una formazione sulla Azione Diretta Nonviolenta a cura di Quattrocchi, e dopo la serata di canzoni nella mattinata della domenica in visita alla fattoria sociale La Conca d’Oro abbiamo sistematizzato le azioni raccolte e avviato dei gruppi di lavoro per portarle avanti.
È emersa la volontà di sviluppare una conoscenza reciproca tra i diversi movimenti in una visione ecosistemica, condividere alcune azioni e campagne per favorire la partecipazione, organizzare insieme alcuni eventi e iniziative in cui ognuno porta la sua parte, organizzare workshop di sensibilizzazione ed eventi di autoformazione, facilitare la diffusione delle informazioni ed ospitare attivisti.
Sugli sviluppi seguiranno aggiornamenti tramite le mailing list e altri canali, al momento sono contento di segnalare l’avvio di una collaborazione che spero si  estenderà e ritengo sia molto utile per orientare la trasformazione nella direzione che ci sta a cuore. I partecipanti hanno confermato le ipotesi di partenza, abbiamo aperto una strada, non ci resta che esplorarla e procedere insieme per vivere e raccontare un’altra storia.
In conclusione dell’incontro abbiamo presentato il libro di Barbara Monti “La pratica della gioia”[5] e celebrato questo passaggio ringraziando tutti i partecipanti, la segreteria che ha seguito la parte organizzativa, il gruppo che si è occupato dei contenuti, i referenti locali e tutti quelli che in modi diversi lo hanno sostenuto e spinto.

Andrea Saroldi
Bozza del 7 settembre 2025
Foto di Andrea Saroldi

Riferimenti

  1. Joanna Macy e Chris Johnstone, “Speranza attiva”, editpress 2021.
  2. Joanna Macy e Molly Brown, “Coming back to life”, new society 2014 (in inglese).
  3. Vedi Andrea Saroldi, “Trasformare le nostre abitudini, i sistemi sociali e la storia”, economiasolidale.net 9 luglio 2025, https://economiasolidale.net/content/trasformare-nostre-abitudini-siste…
  4. Joanna Macy e Chris Johnstone, Ivi, p. 69.
  5. Barbara Monti, “La pratica della gioia”, OM Edizioni 2024.
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