Storie dell'associazione “Corto” e di arance che attraversano le Alpi collegando i produttori siciliani, i Gas italiani, i cittadini e le AMAP francesi in un incrocio transalpino tra Gas e commercio equo.
Andrea Saroldi, 2 novembre 2014.
Julien è francese di origine, è nato in Libano, è cresciuto in Francia, e da 17 anni vive a Torino. In Italia ha conosciuto ed apprezzato gli agrumi e gli altri prodotti del consorzio delle Galline Felici, fornitore storico dei Gas, fondato dall'agricoltore siciliano Roberto Li Calzi. Da diversi anni Julien si procura le arance delle Galline Felici partecipando con il suo Gas agli ordini collettivi organizzati da Gastorino, la rete dei Gas torinesi.
Qualche anno fa, era dicembre, Julien è partito per la Francia portando con sé una cassa di arance come regalo di Natale per i suoi parenti. Quelle arance non sapevano che il loro sapore avrebbe innescato una reazione a catena “di bocca in bocca”.
Dopo qualche mese Julien ritorna in Francia portando con sé 10 casse per gli amici dei parenti. Un anno dopo la macchina di Julien non basta più; per Natale organizza la spedizione di 64 casse coinvolgendo una AMAP di Parigi. Le AMAP (“associazioni per il sostegno all'agricoltura contadina”), sono la versione francese della cosiddetta “Rivoluzione della lattuga”: esperienze di collaborazione diretta tra produttori e consumatori. Nel caso delle AMAP, come per le anglofone CSA (“Agricoltura sostenuta dalla comunità”), un gruppo di cittadini sigla un contratto di abbonamento con un contadino per rifornirsi settimanalmente da lui durante l'anno, condividendo la produzione e i rischi.
Il mese successivo arriva a Parigi un furgone carico di arance, guidato direttamente dalla Sicilia da Roberto e Gabriele delle Galline Felici. Successivamente le spedizioni vengono organizzate con uno spedizioniere che arriva con il camion presso un'AMAP del 18° arrondissement, un quartiere popolare.
Dal successo di questa esperienza nasce a Parigi l'associazione “Corto – Épicerie solidaire”, che si occupa di distribuire prodotti ai soci mantenendo prezzi bassi e rivolgendosi principalmente a quartieri popolari. Ora il paniere contiene solo prodotti italiani, ma in futuro potrebbe includere altri prodotti francesi o di altre nazionalità, l'importante è che rispettino i criteri etici e che non siano disponibili localmente. L'associazione si affianca così all'attività delle AMAP - che si occupano principalmente di ortofrutta – per i prodotti che arrivano da lontano, rispondendo in questo caso al grande interesse e alla curiosità dei Francesi verso l'Italia. In questo modo, pescando dall'esperienza dei Gas italiani, agli agrumi siciliani si sono aggiunti il Parmigiano Reggiano di Roncoscaglia, il riso di Lesca e la pasta IRIS.
Oggi l'associazione “Corto” organizza a Parigi consegne in 5 punti – di cui alcuni presso orti condivisi - per una cinquantina di gruppi, coinvolgendo circa 700 famiglie con 7 ordini l'anno. Basandosi sull'impegno dei soci, l'associazione senza scopo di lucro muove circa 350'000 Euro all'anno tra l'acquisto dei prodotti, le spese di trasporto, l'affitto di un centro di consolidamento dove arrivano i camion e partono i furgoni per i 5 punti di consegna, e lo stipendio part-time di una persona che si occupa della logistica.
Rémi e Brigitte di Embrun, sulle Alpi francesi, avevano ricevuto qualche arancia delle Galline Felici seguendo questa scia di regali ai parenti e agli amici dei parenti; sono stati in Sicilia a trovare i produttori e quindi hanno fondato l'associazione “Court Jus” che funziona in modo simile. Altre associazioni sorelle di “Corto” sono nate a Lille, Bordeaux, in Belgio e prossimamente a Lione. In Francia non si trovano agrumi siciliani, mentre in questo modo i soci possono ottenerli allo stesso prezzo di quelli di qualità inferiore disponibili nella grande distribuzione; il parmigiano reggiano acquistato attraverso l'associazione - a pari qualità - costa la metà di quello che si può trovare nei supermercati.
Julien in questi giorni ha accompagnato a Catania una decina di francesi a trovare i loro produttori; l'economia delle relazioni si diffonde così: attraverso visite e qualche cassetta di arance regalata ad amici e parenti. Ma questi acquisti e le relazioni dirette stanno anche cambiando il modo di vedere la Sicilia; come racconta Roberto Li Calzi, la Sicilia che prima era guardata da lontano con diffidenza come terra di Mafia e di lupara, oggi per gli aderenti a queste associazioni è diventata un riferimento concreto per coltivare un europeismo solidale. Il ponte dell'economia delle relazioni sta gettando una nuova campata oltre le Alpi, permettendo e favorendo la resistenza sul territorio siciliano di un numero crescente di giovani agricoltori e neo imprese che possono trovare la loro sostenibilità solo all'interno di reti di condivisione di valori.
Ma questa storia non è ancora terminata: quest'ultima visita degli amici francesi – continua Roberto - prelude alla prossima nascita di un sistema d’accoglienza rurale per un turismo di relazioni profonde, attraverso le piccole aziende del territorio Siciliano, le sue tipicità gastronomiche, la sua storia e la poliedrica natura - ancora piuttosto intatta nelle zone interne - ma soprattutto attraverso un embrione di società che vuole affermarsi pensandosi collettivamente piuttosto che individualmente. Il prossimo incontro in calendario è a dicembre per la fiera “Fa' la cosa giusta! Sicilia”, un'ulteriore occasione per espandere questa comunità internazionale.
Foto di Andrea Saroldi (2012).