“Rien n’est solitaire, tout est solidaire”.
“Niente è solitario, tutto è solidale. L’uomo è solidale col pianeta, il pianeta è solidale col sole, il sole è solidale con la stella, la stella è solidale con la nebulosa, la nebulosa, gruppo stellare, è solidale con l’infinito.
Togliete un termine dalla formula e il polinomio si scombina, l'equazione vacilla, la creazione non ha più senso nel cosmo e la democrazia non ha più senso sulla terra.
Solidarietà, dunque, del tutto con il tutto, e di ciascuno con ogni cosa. La solidarietà degli uomini è il corollario invincibile della solidarietà universale. Il legame democratico è della stessa natura del raggio solare.”
Victor Hugo, “Prose filosofiche” (1860-1865).
Con questa citazione che gioca sull’assonanza in francese tra “solitaire” (solitario) e “solidaire” (solidale), che io chiamo amichevolmente “Il teorema di Hugo” per il suo stile logico-matematico ed il suo carattere fondativo, si apre il libro “L’entraide, l’autre loi de la jungle” di Pablo Servigne e Gauthier Chapelle.
“Entraide” è una parola francese che indica l’aiuto reciproco, la collaborazione, ed il tema del libro è appunto l’esistenza contemporanea di due leggi della giunga: quella che ci viene raccontata abitualmente che si fonda sulla lotta per la vita di tutti contro tutti, e l’altra basata sulla collaborazione.
Il libro racconta come le recenti ricerche mostrino quanto entrambe queste leggi siano presenti nel regno animale e nelle società umane, mentre il sistema culturale in cui siamo cresciuti presenta la legge del più forte come egemone e rende molto più difficile riconoscere e quindi praticare la collaborazione solidale, nonostante sia presente tra le nostre capacità istintive.
Ma mentre la legge dell’egoismo consente agli individui di primeggiare gli uni sugli altri, la legge della solidarietà si dimostra vincente a livello di gruppo: i gruppi che vivono meglio nel loro ambiente sono quelli che collaborano maggiormente; quando le condizioni sono ostili, collaborare è una questione di sopravvivenza.
Le conseguenze per l’umanità nell’affrontare le diverse crisi che stiamo attraversando sono evidenti: sarà la collaborazione a garantire le condizioni migliori; e saranno i gruppi e le comunità che riescono meglio a collaborare quelle che potranno vivere meglio, mentre le spinte competitive mettono a rischio la sopravvivenza dei gruppi. Sappiamo che la competizione esiste, non si tratta di negarla, ma di addomesticarla.
I conflitti fanno parte delle nostre relazioni; dobbiamo imparare a gestirli in modo da mantenere la relazione anche nella divergenza.
È questa a mio parere la sfida più importante; e siccome siamo abituati ad utilizzare schemi (“frame”) competitivi che assorbiamo continuamente dalla cultura in cui siamo immersi, abbiamo un bisogno disperato di circondarci di gruppi, pensieri, abitudini e oggetti che rafforzino in noi e intorno a noi la legge della collaborazione; questa è la competenza che ci serve maggiormente nella nostra epoca.
In questo senso, ritengo che le esperienze di economia solidale siano strategiche: dai Gas alle filiere collaborative, dal metodo del consenso ai protocolli di interoperabilità, dalle CSA alle Food Coop, dalla PDO fino alle reti di collaborazione solidale. Abbiamo infatti bisogno di mostrare continuamente a noi e a tutti come gli schemi collaborativi migliorino la vita, utilizzando tutti gli strumenti utili a questo scopo, tra cui quelli in grado di propagarsi aldilà del nostro piccolo mondo e operare la trasformazione in questa direzione; sono questi gli oggetti di confine (“artefatti cognitivi” o “boundary objects”) che transitando da un mondo ad un altro ci permettono di estendere la trasformazione.
Ma ancora di più, oltre a questi ponti e ancore che ci consentono di collegare mondi diversi e allo stesso tempo di mantenere dei riferimenti, ci servono migliaia di paracadute resistenti e colorati, come ci ricorda Ailton Krenak nelle sue “Idee per rimandare la fine del mondo” (Aboca 2020).
Stiamo infatti già precipitando, ma la caduta può anche essere divertente se troviamo il modo di rallentarla ed orientarla; Krenak ci indica come usare i nostri paracadute affinché il viaggio sia piacevole.
“Da dove si lanciano i paracadute? Dal luogo in cui sono possibili visioni e sogni. Da un altro luogo che le persone possono abitare, oltre a questa dura terra: il luogo del sogno”.
Collaudare migliaia di paracadute colorati, è questo il mio augurio per il 2022; so di arrivare un po’ in ritardo, ma conto di tenerlo buono anche per i prossimi anni.
Andrea Saroldi, 30 gennaio 2022.
Note e ringraziamenti
Il libro “L’entraide, l’autre loi de la jungle” di Pablo Servigne e Gauthier Chapelle, pubblicato in francese da Les Liens qui Libèrent (2017) è stato pubblicato in inglese da Polity Press con il titolo “Mutual Aid, The Other Law of the Jungle”.
Ringrazio Antonella Tarallo e Marzio Vidali per avermi segnalato questo libro.
Ringrazio Marco Deriu per aver segnalato il testo di Ailton Krenak nell’incontro ad Agrate Brianza del 23 novembre 2021 “Fare i conti con i bi-sogni”; il video dell’incontro è disponibile a questo link sul sito di CO-energia, la citazione di Krenak è a partire dal minuto 1h.01.
Ringrazio Francesca Forno per avermi segnalato i “Boundary Objects”.
Ringrazio Marco Binotto per avermi segnalato la teoria dei “frame” e “Non pensare all’elefante” di George Lakoff.
La traduzione della citazione di Victor Hugo e la foto sono mie.
La recensione sul blog di Gabriella Giudici a questo link contiene la traduzione in italiano del testo del video in cui Pablo Servigne presenta in francese “L’altra legge della giungla”.