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Felber WM

Boom di ascolti per l’incontro on-line organizzato dalla Federazione Italiana per l’Economia del Bene Comune. Ospite d’eccezione Christian Felber, fondatore del movimento internazionale.

Lo scorso 13 maggio 2021 la Federazione per l’Economia del Bene Comune in Italia (fEBC), con il webinar organizzato da Macrolibrarsi, azienda socia della Federazione e con un Bilancio del Bene Comune in attivo, ha voluto presentarsi e far conoscere la realtà italiana ad un vasto pubblico, con un ospite d’eccezione: Christian Felber, fondatore nel 2010 del movimento internazionale Economy for the Common Good.

L’incontro è stato introdotto da Lidia Di Vece, presidente della Federazione italiana, che ha ripercorso le origini e l’organizzazione del movimento in Italia e nel mondo, quale proposta di un nuovo modo di fare economia ed impresa, basato su un sistema di valori; un modello che ”considera l’impresa al servizio delle comunità e soggetto che risponde alle sfide sociali ed ambientali, la cui proposta è riassunta nella Matrice del Bene Comune, che coniuga i valori fondamentali per EBC con gli stakeholder delle organizzazioni in genere. Oltre alle imprese possono applicare la Matrice anche gli enti locali, le persone, le famiglie e i cittadini, le scuole, facilitando la realizzazione di meccanismi virtuosi circolari per un territorio del bene comune”. Come ha fatto il Comune di Calceranica in Trentino, primo in Italia, che da pochi giorni ha concluso il suo Bilancio del Comune, un risultato annunciato anche durante l’incontro.

Nel suo discorso pieno di ispirazione Christian Felber evidenzia che “Oggi stiamo vivendo in un momento storico caratterizzato da forti squilibri e da impatti significativi sul clima, sull’ambiente e sul mantenimento della biodiversità; sappiamo bene quanto sia importante avere ecosistemi stabili, sani ed equilibrati, una distribuzione di beni, servizi e reddito equa e giusta, un approccio corretto e onesto alle transazioni economiche e finanziarie”.

L’economista austriaco cita Aritostele e Adam Smith quando parla del “nostro dovere etico di tornare ad un equilibrio economico e sociale“. Riprende il concetto di Oikonomia, col quale Aristotele sottolineava la centralità dell’amministrazione della casa, in cui il denaro era inteso come un mezzo per vivere bene e non come un fine in sé; in questa accezione classica Oikonomia si contrappone alla crematistica, ovvero all’arte di produrre beni e ricchezza. Prosegue poi il ragionamento con Adam Smith, il filosofo ed economista che secoli più tardi, avrebbe ripreso e approfondito il tema, arrivando a esplicitare come l’economia sia finalizzata al bene comune.

E ora la domanda è: come misurare, con numeri e indicatori facilmente comprensibili, il valore generato e il contributo al bene comune?

Indicatori come il Pil e reddito pro-capite – fa notare Felber – non sono più in grado di dare informazioni in relazione alla qualità della vita, alla felicità personale e al bene comune intorno a noi“.

Il concetto di bene comune, oltre ad avere radici antiche, è colonna portante delle costituzioni dei Paesi civili: la dignità umana, la solidarietà tra persone e organizzazioni, il senso di giustizia sociale, la sostenibilità ecologica, la trasparenza e la condivisione delle decisioni sono valori innati e trasversali e toccano gli individui e le loro famiglie, le organizzazioni economiche e non, gli enti pubblici.

Non si tratta di opporsi al capitalismo o di abbracciare teorie socialiste; l’economia del bene comune – ha chiaramente spiegato Felber – è un’alternativa a queste due visioni. Si tratta di trovare un equilibrio differente tra diverse polarità, di identificare le modalità in cui lo scambio di mercato possa mantenere al tempo stesso il rispetto dei diritti umani, della stabilità climatica, della coesione sociale e della democrazia; in questa logica, una crescita degli scambi di mercato (e della ricchezza da essi generata) sarebbe auspicabile solo nella misura in cui questi valori fondamentali siano preservati e non, invece, compromessi“.

Lo stesso legislatore mette al centro del dibattito la sostenibilità e richiede, in particolar modo alle imprese, uno sforzo in termini di definizione e raggiungimento di obiettivi, di organizzazione di un piano di azione dedicato e di un sistema di rendicontazione e di comunicazione nei confronti degli stakeholder. Con il Bilancio del Bene Comune si dà questo tipo di risposte e permette alle organizzazioni di andare nella direzione del bene comune, della sostenibilità e di trasformare l’economia.

Diversi sono ormai gli esempi di realtà che si dimostrano impegnate nel raggiungimento del bene comune e che lo dimostrano attivamente attraverso la redazione del bilancio: aziende di tipo tradizionale e innovative, istituzioni finanziarie, dipartimenti universitari, amministrazioni pubbliche.

L’Economia del Bene Comune dimostra che il cambiamento viene da tutti noi e soprattutto si può fare!

Foto di Norbert Kopf ( http://www.traumgaertner.at ) tratta da Wikimedia Commons ( https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Christian_Felber_2020_(c)_Norbe… ).

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