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Formaggi a latte crudo: non solo "mera" tradizione

Ries, Rete Italiana Economia Solidale, aderisce all’iniziativa avviata da AIDA (Associazione Italiana di Agroecologia), per contribuire a fare chiarezza sulla questione formaggi a latte crudo, su cui è evidente un accanimento che non tiene conto di evidenze scientifiche dal punto di vista sanitario-nutrizionale, né di valutazioni socio-economiche.

L’uso del latte crudo in Italia ha radici storiche e ragioni profonde, non riconducibili a un vezzo o ad arretratezza dei produttori. La presenza di ceppi lattici autoctoni e specifici di ogni zona ha permesso di ottenere prodotti con aromaticità peculiari. La flora microbica del latte rappresenta inoltre una vera e propria risorsa anche dal punto di vista sanitario, per gli effetti competitivi con la flora patogena ambientale. Una nicchia di biodiversità che si è trasmessa di generazione in generazione tra i casari, capace di garantire la caseificazione in epoche in cui i fermenti artificiali non esistevano.

Le decisioni che si stanno prendendo e la comunicazione fuorviante e unilaterale stanno mettendo a forte rischio un grande patrimonio di biodiversità, da cui la nostra stessa salute trae vantaggio, come anche il futuro di aziende preziose, per i prodotti di qualità che realizzano e il ruolo sociale e ambientale che svolgono.

È dunque importante proporre un’ulteriore riflessione al riguardo, come riportato nella lettera aperta indirizzata ai Ministeri della Salute e dell’Agricoltura e alla stampa, firmata da varie organizzazioni, tra cui la rete RIES.

Clicca qui per leggere e scaricare la Lettera_aperta_sulla_questione dei_formaggi_a_latte_crudo

Clicca qui per leggere e scaricare il Comunicato Stampa di AIDA

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