Salta al contenuto principale

Iscritto da

9 years 10 months
redazione ,
900
Nuove parole

Se vogliamo favorire la diffusione di comportamenti collaborativi che migliorino il benvivere di ciascuno insieme al benvivere collettivo non è necessario dirigere un partito né possedere un giornale o una televisione. Molto meglio provare ad influenzare direttamente l'opinione pubblica, ma bisogna capire quali meccanismi possano essere efficaci ed in quali condizioni.

Andrea Saroldi, 14 agosto 2011.

Prendiamo ad esempio il recente referendum sull'acqua pubblica, che ha superato il quorum ed è stato vinto nonostante il silenzio che ha accompagnato l'argomento fino a pochi mesi prima del voto e l'opposizione del governo. Che cosa è successo? È interessante analizzare un caso di questo tipo perché si tratta di azioni indirizzate alla difesa di un bene pubblico che sono diventate dominanti.
Non sono uno studioso di trasformazioni sociali, ma quando ho visto la pubblicità messa in campo da Mineracqua (federazione delle industrie imbottigliatrici di acque minerali) per difendere l'acqua minerale in bottiglia ho capito che stava succedendo qualcosa. La pubblicità è stata ritirata perché ritenuta ingannevole dal Giurì di autodisciplina pubblicitaria, nel frattempo l'idea dell'acqua come bene pubblico si stava diffondendo per canali sotterranei, il risultato lo abbiamo visto al referendum.
Dobbiamo imparare a capire che le idee ed i comportamenti, così come le mode e le barzellette, si diffondono allo stesso modo delle epidemie: per contagio. Questi meccanismi di propagazione sono raccontati nel libro “Il punto critico” di Malcolm Gladwell, e rispondono ad alcune regole che è utile comprendere. Quando un messaggio è accattivante e si trova in un contesto favorevole si può diffondere per forza propria. Dopo una prima fase di incubazione, superato il punto critico, il messaggio si propaga come un'epidemia, utilizzando come portatori le persone che dispongono di molte relazioni utilizzate per traghettarlo da un ambiente all'altro. Le idee ed i comportamenti, superato il punto critico, si diffondono inarrestabilmente tramite reazioni a catena; in questo senso il piccolo gesto può avere un effetto enorme.
Per i Gas (Gruppi di acquisto solidale) sta succedendo la stessa cosa: riescono a fare presa su chi vi partecipa in quanto aiutano a risolvere in modo soddisfacente alcune necessità della vita di tutti i giorni, agiscono in un contesto favorevole e possiedono le caratteristiche per diffondersi da un ambiente all'altro. Quando un Gas cresce e diventa troppo grande per consentire la conoscenza diretta tra i suoi partecipanti, solitamente si divide per gemmare un nuovo gruppo. In questo modo contagioso i Gas hanno iniziato a diffondersi e continuano a farlo tuttora a ritmo impressionante in tutta Italia. Non voglio dire che la maggioranza degli italiani si troverà a far parte di un Gas, ma che i Gas hanno oramai superato il punto critico e la loro diffusione avanza spontaneamente, diffondendo oltre ai loro comportamenti di consumo critico anche le idee che li guidano: la preferenza per i prodotti locali, la relazione diretta con il produttore, l'efficacia del gruppo.
Passando dalla metafora del contagio al suo opposto positivo, Paul Hawken in “Moltitudine inarrestabile”  descrive il movimento senza nome formato da milioni di organizzazioni che in tutto il mondo si battono per la giustizia sociale, la difesa dell'ambiente e i diritti delle popolazioni indigene come il sistema immunitario dell'umanità; una risposta collettiva che reagisce a malanni quali la corruzione politica, il disordine economico e il degrado ecologico. La rete immunitaria resiste, corregge, ricostruisce, apprende, si rigenera e si autoregola nelle forme di una moltitudine di organizzazioni che svolgono in modo ricco di inventiva il ruolo di anticorpi sociali che attaccano le patologie del potere, cercando di reinventare il mondo dal basso verso l'alto sulla base dei principi della giustizia e dell'ecologia; forse l'ultima occasione per evitare il collasso.
Lo stesso concetto è stato ripreso da Wolfgang Sachs e Marco Morosini nel libro “Futuro sostenibile”  pubblicato di recente: “Il cambiamento è già in atto […] Certo, la maggior parte della società non è ancora coinvolta, ma raramente la storia è stata scritta dalla maggioranza. Il contributo dei gruppi e delle organizzazioni della società civile è fondamentale per il cambiamento […] È vero, le minoranze non hanno potere, ma hanno influenza”.
Possiamo trovare una ulteriore dimostrazione di come le cose stiano cambiando e di quale sia l'influenza di questo movimento senza nome nel sondaggio realizzato da Demos-Coop sul linguaggio degli italiani (vedi la presentazione del sondaggio e l'articolo su repubblica.it). All'interno di un insieme di parole, la ricerca ha richiesto agli intervistati di catalogarle in base al sentimento positivo o negativo che suscitano (parole “in” e parole “out”) e in base alla previsione di aumento o diminuzione della loro importanza nel futuro (parole del futuro e parole del passato), ne risulta la mappa riportata in figura.
Sorpresa! Tra le parole di successo troviamo “Energia pulita” e “Solidarietà” insieme a parole fino a pochi anni fa' quasi impronunciabili come “Bene comune”, “Partecipazione” e addirittura “Decrescita”. Come se non bastasse, il termine “Individualismo” non se la passa tanto bene. Cosa è successo in questi ultimi pochi anni? Siamo forse testimoni di una trasformazione delle idee guida della nostra società? Sta cambiando l'immaginario?
Certo, le parole da sole non bastano, i problemi sono molti e bisogna organizzare la transizione, ma quello che intendo dire è che sono stufo di sentire l'aggettivo “profetica” attribuito ad una azione come sinonimo di “inutile”. Abbiamo tra le mani un potere enorme: le azioni e le idee di pochi, se hanno la capacità di superare il punto critico, possono rapidamente diventare dominanti. Le soluzioni sperimentate e funzionanti, dopo la fase di incubazione, se aiutano a soddisfare un bisogno in un modo migliore si possono diffondere ad una velocità impressionante.
Il blog vorrebbe essere proprio questo: un'incubatrice di idee e comportamenti orientati al benvivere, un focolaio di questa infezione positiva.

Le figure sono tratte dal rapporto di demos & pi disponibile a questo link su demos.it.

Categoria: