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Monopoli

Sono da poco rientrato dalla tre giorni dell'incontro nazionale dell'economia solidale 2013 a Monopoli (BA), dove ho incontrato le diverse anime di questo movimento.

Andrea Saroldi, 7 luglio 2013

L'incontro nazionale rappresenta ogni anno un'occasione molto intensa per conoscere e ritrovare nuovi e vecchi amici provenienti da tutta Italia; un'Italia che non si arrende alle difficoltà ma cerca le forme ed i valori per costruire attività e relazioni solide. Leggendo i commenti, questa rete di relazioni tra persone attive ed il clima positivo di chi ha una prospettiva sono il ricordo più forte che i partecipanti riportano a casa da Monopoli insieme al bagaglio, un po' bagnato in seguito a qualche sprazzo di pioggia.
Come al solito, l'incontro era strutturato su diversi momenti: il convegno pubblico di apertura del venerdì sera nella chiesa sconsacrata di San Pietro, gli spazi autogestiti, la fiera degli attori solidali nella passeggiata sulle mura di fronte al mare, i lavori di gruppo e le plenarie nelle numerose stanze del Palazzo San Martino, i banchetti, i pranzi, le cene e molte altre occasioni di incontro.
In questa edizione il gruppo organizzatore ha proposto una struttura organizzata su tre livelli: le officine solidali, i gruppi di ambito e la plenaria. Nelle officine, che in questa puntata sono state 15 su due turni, si analizza un punto specifico, ad esempio una filiera (energia, prodotti del mare, tessile, cereali), un servizio (assicurazioni, finanza, comunicazione), uno strumento o una riflessione particolare. I partecipanti si ritrovano quindi nei gruppi di ambito in cui i risultati delle officine vengono descritti e ricombinati, per arrivare poi alla plenaria finale con dei risultati già sufficientemente elaborati per poter essere condivisi. Mi sembra che questa articolazione abbia funzionato abbastanza bene, consentendo alle diverse anime del movimento di esprimersi e confrontarsi.
Lo scorso anno, di ritorno dalla Gola del Furlo, mi chiedevo cosa avrebbe deciso di fare da grande questo movimento oramai maggiorenne. Nella preparazione dell'incontro di quest'anno, vi confesso di essere stato alle volte un po' preoccupato, perché vedo esigenze diverse che non sono facili da conciliare tra loro; in particolare, mi sembra di leggere all'interno di questo movimento tre anime, che posso rappresentare con altrettanti ruoli che un diciannovenne vuole svolgere dopo la maturità.
La prima anima è quella del lavoratore, di chi sa che bisogna prepararsi e organizzarsi per affrontare il passaggio d'epoca che stiamo attraversando. Il lavoratore è venuto a Monopoli per avviare nuovi progetti e raccogliere esperienze da riportare; lui valuta il risultato dell'incontro dal numero di progetti che sono stati avviati e che saranno ancora attivi tra sei mesi, passati gli entusiasmi del momento. Penso che il lavoratore possa essere contento dell'incontro: alcuni risultati concreti sono ad esempio la messa a punto di strumenti di bilancio proposti a Gas e imprese per misurare il loro contributo al bene comune, la creazione di un gruppo di lavoro sulla piccola distribuzione organizzata, la proposta di creare un pacchetto comune con i diversi servizi offerti dalla finanza etica, le diverse sperimentazioni nelle attività per le scuole, sbarchi in piazza, sistemi di garanzia partecipata ed un progetto sugli strumenti di comunicazione web per Gas e DES.
La seconda anima è quella dello studente, che dopo la maturità ha deciso di continuare gli studi iscrivendosi all'università, pensando che sia necessario capire meglio la situazione attuale e la direzione in cui muoversi. Ritengo che anche lo studente possa tornare soddisfatto dall'incontro di Monopoli: alcune officine erano concepite apposta per lui, e gli hanno consentito di confrontarsi sulle contraddizioni dell'economia solidale e sugli scenari di transizione.
La terza anima è quella dell'attivista, che è molto preoccupato dal rischio che l'economia solidale si chiuda su se stessa, e vuole portarla ad intrecciare relazioni stabili con chi si occupa di difendere i beni comuni nelle mille vertenze locali e globali. Credo che anche l'attivista sia rientrato contento da Monopoli per l'officina dedicata ai percorsi di movimento, le attività del gruppo di lavoro sulla legge per l'economia solidale, la collaborazione con l'economia del bene comune e la segnalazione del prossimo appuntamento "COMMON | PROPERTIES" all'ex colorificio di Pisa a settembre sul rapporto tra proprietà e beni comuni.
Insomma, se mi chiedete cosa abbia deciso di fare da grande il nostro giovane che si affaccia al mondo adulto direi che si è montato la testa nella pretesa di poter fare insieme lo studente-lavoratore-attivista. Non so se riuscirà a reggere nel tempo, ma questa è la scelta attuale. Se le cose stanno in questi termini, e lo vedremo, è necessaria una enorme dose di equilibrio affinché nessuna delle tre anime guardi le altre con sufficienza. Il rischio evidente è che una fetta si allontani, mentre avremo bisogno di tutti questi contributi, ed anche di altri. Mantenere questo equilibrio vuol dire porre attenzione a diversi aspetti piccoli e grandi, dallo stile con cui si organizzano i banchetti fino ai documenti di sintesi. Da qui a un anno capiremo se il nostro studente-lavoratore-attivista ce la può fare a reggere il ritmo senza scoppiare e senza lacerare questa rete di relazioni fitta e sottile che è la sua vera forza.
È come se le pedine di Monopoli decidessero di affrontare il gioco in modo cooperativo avanzando in gruppo e senza lasciare nessuno indietro, probabilmente la strategia migliore per superare le insidie della bancarotta e della speculazione immobiliare. Penso che sia questa la nuova impresa che l'economia solidale si troverà ad affrontare.

Foto di Andrea Saroldi, pubblicato su volontariperlosviluppo.it e comune-info.net.

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