Con questa rubrica seguiamo la mappatura delle Reti Alimentari Contadine, raccontandole una alla volta per far emergere le esperienze, le persone e le pratiche quotidiane che costruiscono, giorno dopo giorno, un’economia più equa e radicata in Emilia-Romagna.
Il GAS di Faenza è una delle realtà storiche di questo percorso. La sua identità affonda le radici nel 1999, anno in cui Valerio Magnani, dopo un incontro con la MAG di Reggio Emilia e il GAS di Torino, decise di unire le forze e dare vita a un gruppo capace di incarnare concretamente i valori dell’economia solidale. Il GAS nacque così: in modo informale, per scelta senza statuto, individuando fin da subito alcuni produttori con cui iniziare a costruire un rapporto basato sulla fiducia e sulla condivisione dei principi fondamentali della rete nazionale dei GAS.
La missione che il gruppo si è dato è rimasta intatta nel tempo. Il GAS di Faenza si prefigge di sviluppare l’economia solidale e un consumo consapevole scegliendo nuovi modelli di vita fondati sul rispetto dell’uomo e della natura, sulla riduzione dei consumi, sulla valorizzazione della produzione biologica ed eco-compatibile, sulla diffusione del prodotto locale e sulla cura delle relazioni tra produttori e consumatori. La prospettiva è quella di una scelta attiva, responsabile, che metta al centro equità, inclusione e nonviolenza. Come ricordano i soci, citando gli alpinisti: “Esiste sempre una via più semplice ed una più bella.” Il GAS Faenza prova ogni giorno a scegliere insieme la più bella e invita chiunque a partecipare a questo percorso!
Gli ordini sono periodici e vengono effettuati direttamente con il produttore, che può essere locale o non locale a seconda delle disponibilità e delle relazioni costruite nel tempo. Il ritiro della merce avviene in luoghi concordati: talvolta presso il produttore, altre volte presso un punto di consegna, oppure attraverso una convenzione con due negozi di Faenza che mettono a disposizione giorni e spazi dedicati, solitamente due o più volte al mese. Chi desidera aderire sostiene un colloquio iniziale, dopodiché il Consiglio valuta la richiesta e decide sull’associazione. In caso di esito positivo, viene richiesta una quota simbolica che rappresenta soprattutto un gesto di partecipazione alla vita comunitaria del gruppo.
Per quanto riguarda i criteri di selezione dei fornitori, la certificazione biologica è considerata necessaria e rappresenta la norma, ma il gruppo può accogliere eccezioni quando esistono aspetti solidali rilevanti, come il supporto ad aziende in territori terremotati o coinvolte in progetti di cooperazione internazionale. In assenza di certificazione, viene valutato comunque l’utilizzo del metodo biologico e, soprattutto, la conoscenza diretta del produttore, che consente un primo controllo basato su trasparenza e relazione. Accanto all’attività di acquisto, il GAS coltiva spazi di confronto culturale. L’autoformazione rappresenta un pilastro importante: il gruppo organizza dibattiti ed eventi dedicati all’agricoltura e in generale ai temi legati all’economia solidale, alla riduzione dei consumi, alla produzione biologica ed eco-compatibile e alla diffusione dei prodotti locali: un modo per riflettere sulle scelte quotidiane, approfondire i problemi del territorio e rafforzare il legame tra chi aderisce al GAS e il territorio.