Questo libro è un sequel, che continua la saga iniziata con "Il capitale delle relazioni"; tra le sue pagine possiamo vedere come in Italia moltissime persone si stiano organizzando per fronteggiare la crisi senza rinunciare ai valori e al benvivere.
Andrea Saroldi, 8 aprile 2014.
Negli ultimi anni l'Italia sta cambiando profondamente per il coraggio di moltissime persone che decidono di fare in modo diverso, come ci racconta tra gli altri Daniel Tarozzi nel suo libro "Io faccio così" e sul sito "Italia che Cambia" in cui presenta alcune esperienze tra le molte incontrate lungo un viaggio in camper attraverso tutta la penisola, isole comprese.
Spesso si tratta di esperienze piuttosto recenti; le persone si stanno rendendo conto che di fronte alla crisi multipla che ci circonda non basta rivendicare diritti e chiedere interventi, è anche necessario organizzarsi per gettare le basi di una nuova società in cui si possa stare meglio.
Un pezzo importante di questa trasformazione è portato dal mondo dell'economia solidale, che si rifà in primo luogo al mondo dei Gas per coinvolgere i produttori, il commercio equo, la finanza etica, il turismo responsabile e gli altri servizi fino alla strutturazione nelle reti locali dei distretti di economia solidale. In questo processo di cambiamento il mondo dell'economia solidale, oltre a portare diverse esperienze significative, sta già affrontando alcuni temi legati alla strutturazione sociale e alle istituzioni. La recente pubblicazione del libro "Un'economia nuova, dai Gas alla zeta" offre quindi un'occasione per analizzare meglio questo passaggio, i temi affrontati e la loro evoluzione (a questo link la presentazione di Altreconomia, con un link alla recensione su "Il Sole 24 Ore").
Questo nuovo manuale, curato dal Tavolo RES, esce a qualche anno di distanza dal precedente "Il capitale delle relazioni", pubblicato nel 2010. Il primo testo "Il capitale delle relazioni" già affrontava nei suoi capitoli i vari settori in cui l'economia solidale si sta sviluppando: i Gas, i produttori, la distribuzione, i servizi (turismo, energia, finanza), le filiere partecipate, i distretti di economia solidale, l'informazione, le fiere e la formazione. Questi temi vengono affrontati attraverso il racconto di esperienze significative direttamente da chi le sta portando avanti; i suoi autori - una cinquantina - raccontano le storie che li vedono protagonisti cercando anche di evidenziare i punti di forza e di debolezza ad uso di chi intendesse reinterpretare queste esperienze nel suo ambiente.
Ora questa nuova puntata, "Un'economia nuova, dai Gas alla zeta", può essere considerata come un aggiornamento (acquistando il libro è possibile tramite codice QRCode scaricare gratuitamente "Il capitale delle relazioni" in formato PDF). Il nuovo manuale infatti estende il panorama riportando alcuni aggiornamenti e nuove esperienze sui temi già affrontati: troviamo ad esempio nel campo della distribuzione Aequos e GAStorino, tra i distretti di economia solidale Varese, Pisa e la Res-Sud, e qualche aggiornamento sui servizi.
Ma oltre a questo il libro apre anche nuovi temi, utili a capire la direzione verso cui sta andando questo movimento. Per iniziare, il primo capitolo riporta i risultati di un'analisi approfondita svolta sui Gas lombardi per comprendere meglio i meccanismi che ne hanno favorito la diffusione, le loro motivazioni e le dinamiche. Inoltre, il manuale affronta alcuni temi nuovi rispetto alla prima edizione, come il rapporto con le istituzioni, soprattutto per quanto riguarda le esperienze di dialogo e alcuni percorsi con le amministrazioni regionali in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Lombardia e Puglia. Inoltre, il libro introduce il tema della comunicazione all'interno di questo mondo e verso l'esterno, analizzandone anche le criticità.
Il testo descrive anche alcuni legami che l'economia solidale sta stringendo con altre reti vicine, come quella degli imprenditori etici della Val di Susa (Etinomia) o la federazione per l'economia del bene comune, seguendo l'idea che il cambiamento dovrà essere affrontato ricombinando diversi contributi. Infine, alcune esperienze negative su imprese solidali in difficoltà e spazi chiusi dell'economia solidale aiutano a riflettere su cosa non ha funzionato e quali sono gli aspetti critici su cui porre particolare attenzione.
Nell'insieme esce da questa lettura la visione di un movimento molto radicato nelle pratiche, che è arrivato a sviluppare una massa critica sia in termini di persone e reti coinvolte che in termini di elaborazione di prospettive. Si tratta però di un movimento che si esprime ancora molto al di sotto delle sue potenzialità, in particolare per la sua scarsa visibilità e per la difficoltà nel portare all'attenzione un modo diverso di fare economia basato su valori e prassi condivisi, ben oltre un certo folclore idealista con cui spesso queste pratiche vengono dipinte. La questione insomma è se questa impostazione dell'economia costruita sulla solidarietà possa funzionare per davvero ed essere un efficace strumento di transizione, se possa effettivamente servire ad affrontare la traversata costruendo le zattere oppure montando il burro per galleggiare, come racconta l'introduzione.
Ritengo che il mondo dell'economia solidale abbia bisogno di auto-rappresentarsi in maniera più forte, come un pezzo effettivo e concreto di alternativa. Il movimento sta cercando di affrontare questo passaggio: qualche esperimento è già in corso, come ad esempio la serie di corti animati per le scuole denominati cartoSIP di cui è uscito il primo numero "Tra un'arancia e l'altra...". Si tratta però di terreni nuovi su cui non ci sono esperienze consolidate; proprio il tema della narrazione sarà centrale al prossimo Incontro Nazionale dell'Economia Solidale (INES), che si terrà a Parma dal 20 al 22 giugno 2014.